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Dreamer

Dondoliamo come onde

Intrecciamo i nostri battiti

Mani strette che si cercano

E respiri immensi

Il mondo si è fermato per circa un’ora

Chissà se dorme o finge soltanto

Ma in quel tempo che solo noi sappiamo

Può davvero accadere l’impossibile.

Vivere… non vivacchiare.

Troppe volte ci buttiamo nel flusso degli eventi, troppe volte ci circondiamo da quel fare e fare frenetico, e questo apparente caos fatto di corse, agende fitte e poco sonno ci nutre di quella perversa soddisfazione di sentirci utili.. di sentirci vivi. Se disgraziatamente però dovessimo rimanere a corto di “cose da fare” incapperemmo in una grande tragedia, un mix di apatia e senso di smarrimento.. il tempo, giudicato da noi vuoto e privo di ogni valore, assumerebbe la forma di una crudele prolunga infinita che ci soffoca pian piano… che si gode ogni nostro affannoso respiro.

Viviamo di costanti ricerche di contatti, a volte ci professiamo anche altruisti quando la realtà è ben diversa… tendiamo all’altro quasi a voler dimostrare che “se esisto agli occhi degli altri allora esisto davvero”.

La verità è solo una e si trova nella paura che abbiamo di noi stessi.

Conoscersi, conoscersi sul serio e nel profondo, costa il prezzo della scomoda ammissione che non siamo tutta la luce che emaniamo, che le nostre ombre fanno più paura di un temuto mostro, che verità viaggia sempre con dolore.

Possiamo continuare a ingannarci ma questa paura di noi ci priva della pace, dell’estasi, del vero senso del tutto..

Occhi

Infiniti orizzonti s’intrecciano

nel mare delle possibilità

Sguardi, respiri, profumi

Contatti silenziosi

Sfiorarsi timidamente e vergognarsi

Di sentirsi vivi

Di sentirsi veri

In questo luogo ci sono stata

In questo luogo cerco di tornare

Ogni volta che si chiudono gli occhi.

Masks

Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.

Luigi Pirandello

freedom of being

Una persona “consapevole” è già sulla strada della propria evoluzione. 

Queste parole hanno accompagnato la mia riflessione e ricerca della giornata. Mi sono ritrovata a dovermi autovalutare su un progetto praticamente mai portato a termine; ultimamente la mia vita si compone di cose lasciate a metà. Sono sempre molto severa quando si tratta di dovermi giudicare, molti fattori mi farebbero giungere alla conclusione che non aver portato a termine un progetto sia sinonimo di fallimento. Tuttavia, analizzando il piccolo percorso discontinuo, sono riuscita a ritrovare delle componenti positive che mi hanno fatto in parte ritrattare, o per lo meno mi hanno donato un po’ più di serenità. In molte occasioni mi sono sentita “abbandonata” a me stessa, la mancanza di una guida da una parte mi ha permesso una grande indipendenza e nessuna restrizione, dall’altra tuttavia ha reso sempre più evidente nel corso del tempo il bisogno di avere modelli positivi di riferimento. Penso di aver imparato anche dalla negatività, ho capito quanto sia importante programmare, porsi degli obiettivi e cercare in tutti i modi di raggiungerli, ho imparato che occorre spendere del tempo per cercare di arrivare al bambino veramente, che premi e punizioni generano comportamenti solo di riflesso e non veramente consapevoli. Ho capito quanto sia importante collaborare con il proprio partner lavorativo cercando di evitare il bipolarismo. Ho imparato a rispettare i piaceri innati del bambino, quali il disegno e la manipolazione, e di non tramutarli in mero lavoro. Non si può improvvisare un’attività educativa senza aver valutato il contesto e i prerequisiti o si rischierà di fallire. Sotto molti aspetti ho capito chi non voglio essere. Ho consapevolezza dell’ESSERE, sono in grado di SAPERE, ma pecco nel SAPER ESSERE nella sua globalità. Manco di costanza e determinazione, non riesco ancora a creare scale di priorità e importanza, ho fretta di finire ma non faccio nulla per accelerare i tempi.  Mi rendo conto di avere potenzialità e non utilizzarle, nascondendomi dietro a mille scuse solo perchè forse potrei farcela davvero.

In effetti la paura più grande non è fallire.. ma arrivare alla meta e pensare “e adesso???”